Al via nuovi studi per curare cancro, HIV, disfunzioni ovariche e rare malattie genetiche e metaboliche
«Sono ben 7 i Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) per cui l’eccellenza accademica UniCamillus ha ottenuto i finanziamenti del MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) – ha commentato il Rettore Gianni Profita – Un grande traguardo quello raggiunto dal nostro Ateneo, conseguito grazie alla rilevanza dei fini terapeutici e diagnostici dei progetti presentati».
«Questi progetti coprono una vasta gamma di settori delle Life Sciences – afferma il Prof. Emiliano Maiani, Delegato alla Ricerca UniCamillus – mostrando la vastità delle competenze dei nostri docenti».
In tre dei progetti finanziati, i docenti UniCamillus ricoprono il ruolo di Principal Investigator, a testimonianza del loro ruolo di guida nella ricerca scientifica.
Lotta alle infezioni da HIV e SARS-CoV2
Il primo in ordine cronologico di approvazione è il progetto della Prof.ssa Roberta Nardacci, docente di Biologia Applicata presso UniCamillus, che mira a testare come l’attivazione di un processo cellulare chiamato autofagia tramite somministrazione di vitamina D possa indurre un miglioramento della risposta immunitaria alle infezioni da HIV e SARS-CoV-2.
Nuove terapie contro il cancro al seno e alla tiroide
Il secondo PRIN, condotto dal Prof. Luigi Maria Larocca (Anatomia Patologica) si prefigge di trovare strumenti diagnostici e terapeutici idonei al controllo del cancro della tiroide.
Alle cure contro il tumore è dedicato anche il progetto della Prof.ssa Monica Benvenuto (Patologia Generale): il focus sarà l’identificazione di nuovi biomarcatori per predire il rischio di metastasi ossee che affliggono le donne colpite da carcinoma mammario e per individuare la migliore strategia terapeutica.
Il ruolo delle staminali contro disturbi ovarici e malattie genetiche
Anche il PRIN della Prof.ssa Francesca Klinger (Istologia) è riservato alla salute delle donne, per trovare soluzioni mirate a trattare i disturbi della fertilità femminile, con l’utilizzo delle cellule staminali mesenchimali adipose.
Il Prof. Gianfranco Peluso (Alimentazione e Promozione della Salute), invece, si dedicherà ad un’indagine volta a controllare la rara patologia da mutazione genetica IQSEC2 che, tra i suoi sintomi, annovera disabilità intellettive, crisi epilettiche e comportamenti simili all’autismo. Protagoniste dello studio saranno le cellule staminali MUSE.
Curare la malattia di De Vivo e la Distonia Generalizzata
Trova spazio anche la ricerca nel campo delle sindromi metaboliche, come nel caso della malattia di De Vivo, nota come deficit di GLUT1, un’importante proteina che permette l’ingresso del glucosio nelle cellule e la cui carenza inficia pesantemente la qualità di vita di chi ne soffre. Ad occuparsi dello sviluppo di nuove tecniche in grado di attivare questa proteina sarà il progetto del Prof. Giacomo Lazzarino (Biochimica).
Il ruolo di una proteina sarà anche il focus dell’ultimo PRIN accettato: quello del Prof. Sciamanna (Anatomia Umana), che analizzerà la funzione della torsina A nel trattamento di disturbi motori come la distonia generalizzata.
«Siamo estremamente orgogliosi dei nostri docenti e delle loro eccezionali ricerche, che contribuiranno al progresso nelle scienze e al benessere dei pazienti – dichiara Maiani – Per questo continueremo a sostenere e a promuovere la ricerca di alta qualità presso l’Ateneo».
I ricercatori UniCamillus collaboreranno con i colleghi delle Università romane La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre, nonché con le Università di Napoli Luigi Vanvitelli e Federico II, e con le Università degli Studi di Messina, L’Aquila, Catania, Siena e Pavia. Preziosa anche la partecipazione del Policlinico Gemelli di Roma.