A UniCamillus si parla di Medicina e Sport con i campioni del mondo

Dopo la tavola rotonda, ha preso vita anche un simpatico faccia a faccia tra Volandri e Pietrangeli, campioni italiani di Coppa Davis

Lo sport per la salute, la salute per lo sport: è stato questo il topic del convegno “Medicina e Scienza dello Sport, che ha avuto luogo nel pomeriggio di martedì 12 dicembre, nell’aula del nuovissimo Auditorium della sede di Roma di UniCamillus.

Si è discusso dell’importanza della medicina nell’organizzazione dell’allenamento degli sportivi, ma anche di quanto sia fondamentale l’attività fisica per mantenere integro ciò che la medicina tutela, ossia la salute. Il tutto in una tavola rotonda di medici professionisti e campioni mondiali di varie discipline sportive.
«Il miglior battesimo per questo Auditorium è un evento con degli ospiti così straordinari» ha affermato Gianni Profita, Rettore dell’Ateneo, per commentare il fatto che si tratta del primo convegno a tenersi nel nuovo edificio dell’Università.

Fare sport per stare bene. Stare bene per fare sport

Cosimo Tudisco, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Locomotore di UniCamillus, ha confermato l’importanza di un approccio scientifico all’attività fisica: «Lo sport, per fortuna, è diventato scienza. E la scienza dello sport serve per due motivi: prevenire gli infortuni e curarli. Al giorno d’oggi, la scienza medica riesce ad abbattere la stragrande maggioranza dei problemi muscolo-scheletrici più comuni».

Ma non solo la medicina aiuta lo sport: Beniamino Quintieri, Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, ha sottolineato anche come il processo sia interscambiabile. «I dati di OMS e OCSE confermano che praticare sport regolarmente aiuta a ridurre le morti per malattie non trasmissibili», alludendo anche al grande risparmio economico di cui gioverebbe il Sistema Sanitario Nazionale, che corrisponderebbe ad 1 miliardo e 300 milioni di euro nei prossimi vent’anni.

Sport per prevenire, ma anche per curare: Maria Chiara Vulpiani, Direttrice Sanitaria dell’Istituto di Medicina dello Sport di “Sport e Salute”, ha parlato di alcuni studi in corso su come l’attività fisica controllata possa favorire il recupero dalla chemioterapia e la riduzione dei suoi effetti collaterali in pazienti oncologici.

A ribadire l’efficacia dello sport non solo nella definizione della salute fisica, ma anche in quella mentale, è stata la Responsabile Scientifica del convegno, Donatella Padua, Docente di Sociologia e Delegata alla Terza Missione di UniCamillus: «Lo sport insegna il saper vivere nel mondo moderno, perché fa sviluppare skill che non possono essere apprese con nessun tipo di didattica: l’entusiasmo, la socievolezza, il metodo, il controllo delle proprie emozioni e l’apertura mentale a persone di altre culture».

Cosa rende grande una performance? La parola ai campioni

A questo punto dell’evento, ha preso vita una vivace tavola rotonda, di cui i protagonisti sono stati, oltre al già citato Prof. Tudisco, anche: Zibi Boniek, ex calciatore e attuale Vice Presidente UEFA; Vittoria Bussi, ciclista detentrice del record mondiale dell’ora femminile in pista; Lorenzo Casini, Presidente della Lega Serie A; Daniele Masala, campione mondiale ed olimpico di Penthatlon e Preside della Facoltà di Scienze Motorie presso l’Università degli studi di Catanzaro “Magna Graecia”.

Il dibattito, moderato dal telecronista sportivo della Nazionale Alberto Rimedio, si è incentrato soprattutto su una domanda fondamentale: cosa rende ‘grande’ una performance?

Per Vittoria Bussi, ciclista professionista con un dottorato in matematica ad Oxford, la tecnica scientifica messa a punto grazie al suo background accademico è stata fondamentale: «Col mio record voglio provare che, più del percorso, è importante il metodo».

Per Lorenzo Casini, è necessario «il recupero accompagnato da un giusto allenamento».

Per Boniek, fondamentale è l’aspetto psicologico di ogni sportivo: «La differenza sta nella testa dell’atleta, che deve sapersi organizzare, controllare, concentrare e deve crederci».

Per Masala, non bisogna tralasciare la consapevolezza: “Chi si allena deve comprendere la logica del proprio percorso, in modo da arrivare più facilmente al proprio obiettivo». Gli fa eco Tudisco: «Lo sportivo deve essere cosciente di cosa fa, per questo è importante anche la sua formazione accademica».

Coppa Davis 1976 vs 2023: Pietrangeli e Volandri a confronto

Il momento più intenso e divertente è stato quello che ha messo faccia a faccia i due campioni italiani di Coppa Davis nel mondo: uno nel 1976, Nicola Pietrangeli, Ambassador del tennis nel mondo e Presidente di “Tennis and Friends Salute e Sport”, rappresentata peraltro in sala da Giorgio Meneschincheri che ne è lo straordinario ideatore; l’altro nel 2023, ossia Filippo Volandri, Capitano della squadra italiana. Tra le battute dell’ironico Pietrangeli e il sorriso riservato e amichevole di Volandri, si è giunti alla conclusione che, al di là della tecnica, della fortuna, della bravura, la vera forza da cui un campione trae nutrimento è la propria squadra. Questo concetto ribadisce l’importanza delle relazioni umane, nello sport come nella vita.

Non è mancato infine un riferimento alla esigenza di perseguire un’effettiva parità di genere, sulla quale si sono soffermati il Rettore Gianni Profita, che ha ricordato come UniCamillus sia da sempre molto impegnata su questo fronte, e la campionessa Vittoria Bussi, che ha sostenuto che ci sia molto da fare ancora nel contesto dello sport agonistico.